Era il 2015 quando, dopo la cessione dell’AnsaldoBreda al gruppo giapponese Hitachi, lo stabilimento di Carini venne escluso dalla trattativa. Futuro incerto, scioperi, manifestazioni.

Fortunatamente però lo stabilimento a fine 2016 venne rilevato da RFI, che tutelando i lavoratori decise di non licenziare nessun operaio e di riassorbirli tutti. Ed ecco la riapertura.

Il piano prevede la saturazione delle attività con l’impiego di 62 lavoratori. La prospettiva è di poter dare lavoro anche alle prossime generazioni. Gli operai sono stati ospitati per sei mesi presso l’officina di Catanzaro Lido per un corso di aggiornamento e formazione in vista della riapertura dell’officina di Carini. In questi giorni si stanno ultimando le operazioni di manutenzione e ripristino dell’officina a cura di RFI e si potrà dunque dare il via alle prime lavorazioni.
Il sito industriale si occuperà inizialmente di revamping delle autoscale con possibilità in futuro di incrementare il lavoro con altri mezzi d’opera o treni diagnostici di Rete Ferroviaria Italiana. Le scale mobili serviranno per la manutenzione degli impianti elettrici delle linee ferrate migliorando la sicurezza e quindi la qualità dei trasporti. Le prime macchine a passare sotto le mani degli operai saranno delle autoscale Keller.

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