La linea partiva dalla stazione di S.Erasmo e subito superava il fiume Oreto su un ponte in ferro (Figura 1) e, seguendo la costa a ridosso del mare, arrivava al km 3+670 alla fermata Bandita.
Al km 4+800 la linea attraversava con un P.L. la SS.113 e al km 4+933 raggiungeva Acqua dei Corsari, originariamente fermata e dal 1954, a seguito della chiusura del tronco precedente, stazione terminale.
Dopo avere superato con un cavalcavia la ferrovia Palermo-Messina si arrivava alla stazione di Villabate (km 7+670) e da lì, con un tracciato che seguiva la SS.121, e qualche volta la incrociava con P.L., si raggiungeva la fermata di Portella di Mare (km 8+924). In Figura 2 la linea in prossimità di Villabate.

Nella prima metà dell’800 in Sicilia, principalmente nella parte orientale, e più in particolare nella piana di Catania, si assiste alla nascita e allo sviluppo di una fiorente attività commerciale, artigianale ma soprattutto industriale. Tra i vari rami produttivi fu notevole l’impulso dato all’attività mineraria, ma l’imprenditoria isolana non riuscì ad uniformarsi ai livelli produttivi nazionali e negli anni ’60 quando l’Unità d’Italia stava per compiersi, la Sicilia rimaneva arretrata rispetto al resto del Paese per la mancanza di infrastrutture.
Si ricordi in proposito che nel 1859, un anno prima dell’unificazione nazionale, il Regno Sabaudo era dotato di 850 km di ferrovie, concentrate in Piemonte, ed esse costituivano il 47% delle linee in esercizio in Italia. Contemporaneamente, in Sicilia erano appena all’inizio gli studi per la realizzazione delle prime linee. Dopo il crollo del Regno delle Due Sicilie, fu compito del Governo provvisorio di Garibaldi nel 1860 porre le premesse per dotare la Sicilia delle infrastrutture ferroviarie e stradali necessarie per il suo sviluppo e nel settembre di quell’anno fu accordato alla società Antonio Gabrielli e C.i di Londra la concessione per gli studi di una ferrovia da Palermo a Termini Imerese. Concessione però revocata quasi subito per alcune pretese della stessa Società per un maggiore sviluppo di linee in prosecuzione ed aggiunta.

Il 20 dicembre 1886, quindi 130 anni fa, fu inaugurata la prima linea ferroviaria siciliana a scartamento ridotto, da Palermo S. Erasmo a Corleone (Figura 1). Si trattò della ferrovia che collegava l’entroterra palermitano al capoluogo, come si vede dall’orario della Società Anonima per le Ferrovie Siciliane (SAFS), nel quale sono elencati i Comuni serviti (Figura 2).
La linea era lunga 68 chilometri e tra Godrano e Ficuzza, in corrispondenza della Galleria dei Gargioli, toccava il suo culmine a quota 754 m s.l.m.. per poi scendere ai 480 m s.l.m. della stazione di Corleone.
Il tempo di percorrenza complessivo era di circa 4 ore, aspetto questo che all’epoca costituiva un elemento straordinario di emancipazione dei territori che potevano usufruire di questo nuovo servizio. Il confronto va fatto con i mezzi di locomozione dell’epoca e con la viabilità costituita allora dalle Regie Trazzere e dai letti dei torrenti in secca (vedi nota 1).

La presenza di un binario lungo la costa sud di Palermo, a partire dal fiume Oreto e sino ad Acqua dei Corsari, è documentata in molte immagini fotografiche e tuttora resta nei ricordi di chi ancora nei primi anni ’70 percorreva la via Messina Marine e poteva notare che in alcuni tratti del marciapiedi lato mare emergeva di tanto in tanto il binario. (Figura 3) Questo binario sino al  1954, anno in cui la stazione di S. Erasmo fu posta fuori servizio ed il capolinea della linea fu spostato ad Acqua dei Corsari, era percorso dalle piccole locomotive a vapore (Figura 4) in testa ai convogli che, una volta abbandonata la costa, si addentravano nella campagna e nei tratti più acclivi (sino al 39‰) rallentavano al punto da consentire ai passeggeri brevi “escursioni” campestri per la raccolta di verdure!

Quando il 20 dicembre 1886 venne inaugurata, nessuno poteva prevedere che la stazione di S.Erasmo, definita “provvisoria”, rimanesse invece in uso fino alla cessazione del servizio sulla tratta Palermo - Acqua dei Corsari, avvenuta nel 1954.
Questa “provvisorietà definitiva” è il motivo principale per cui di questa struttura, a differenza del documentato, e tuttora esistente, adiacente deposito locomotive, rimangono ben poche testimonianze: basti sottolineare il fatto che a tutt’oggi non sono conosciute immagini fotografiche del fabbricato viaggiatori.