Con Regio Decreto 7 dicembre 1902, n. 444 fu autorizzato “l'esercizio di una tramvia a trazione elettrica da Rocca a Monreale presso Palermo”.
Come è noto (vedi articolo di SiT) la prima linea tramviaria ad entrare in esercizio a Palermo fu la Piazza Bologni – Rocca nel maggio del 1899, realizzata dalla SSTO “Società Sicula Tramways Omnibus”.
L’esigenza del collegamento tra Palermo e Monreale era già stata manifestata ben prima del 1902 e l’Amministrazione comunale della cittadina normanna aveva anche assunto specifiche iniziative[1]. Nelle prime fasi (1887) si era fatto riferimento a una tramvia a vapore, quindi a un mezzo con trazione ad aria compressa e, infine, a una funicolare, su proposta dell’ingegnere Alessandro Ferretti, che aveva già maturato esperienze analoghe in altre città italiane.

Martedì 8 maggio la Commissione che ha esaminato le quattro proposte progettuali ammesse proclamerà il vincitore del Concorso internazionale di progettazione, con procedura aperta, per la progettazione del “sistema tram Palermo - fase II” progetto generale e progetto I° stralcio.
La seduta, pubblica, si terrà alle ore 10:30 presso la Chiesa di San Mattia dell’ex Noviziato dei Crociferi, in via Torremuzza n° 20.
Con la proclamazione del vincitore saranno resi noti i tracciati delle nuove sette linee della rete tramviaria di Palermo.

Nonostante la celerità con cui furono effettuati i lavori dalla SSTO “Società Sicula Tramways Omnibus”, numerose furono le critiche dei cittadini e duri gli attacchi della stampa sulla conduzione dell'esercizio e sulla puntualità del servizio. Nel 1904 la SSTO cambiò nome in SSIE “Società Sicula Imprese Elettriche“, ma lo stato dei fatti però non cambiò in meglio: i ritardi nelle corse erano frequenti; la pulizia, la manutenzione delle vetture e anche il contegno del personale di servizio lasciava molto a desiderare; così il tutto diventò anche dibattito nel consiglio comunale della città.
La SSIE nel 1908 mise in esercizio una nuova linea per Porrazzi e così diventarono 10 le linee tramviarie che percorrevano la Città di Palermo collegandola con alcune borgate.

L’Associazione Sicilia in Treno è lieta di segnalare la pubblicazione del libro “Palermo, il tram ieri oggi e domani”, opera del Prof. Salvatore Amoroso (Ed. Torri del Vento). L’autore, professore ordinario presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Palermo, ha affiancato alla attività didattica e di ricerca scientifica la pubblicazione di numerose e interessanti opere nel campo dei trasporti, con particolare riguardo alla Sicilia e alla Città di Palermo. Ricordiamo, tra gli altri, il notevole e ormai purtroppo introvabile “Le stazioni ferroviarie di Palermo” (Regione Siciliana - Palermo 2000) nonché un altro importante testo dedicato alla città di Palermo, “Il trasporto pubblico a Palermo” (Gidue - Palermo 1985).
Il nuovo libro, come suggerisce il titolo e come ribadisce Fabrizio Micari, Rettore del’Università di Palermo, nella sua presentazione, offre una importante documentazione storica e tecnica sulla base della quale il lettore può seguire non soltanto la evoluzione dei tram a Palermo ma anche la evoluzione della stessa città di Palermo, dal punto di vista dell’ambiente urbano e sotto il profilo sociale. Non è un caso, evidentemente, che il primo dato esposto dall’autore è di carattere demografico: nel 1871 la popolazione censita a Palermo ammontava a circa 220.000 abitanti, dato che collocava la città al terzo posto tra quelle italiane.

La SSTO “Società Sicula Tramways Omnibus”, società che già gestiva a Palermo il trasporto con tram a cavalli, ottenne ad aprile 1898 la concessione di nove linee tramviarie elettriche a scartamento metrico e di tre linee di omnibus a cavalli. Pertanto, si procedette in città alla sostituzione delle rotaie fino ad allora utilizzate per la trazione a cavalli, presumibilmente rotaie Vignole con scartamento ordinario, con rotaie a gola tipo Phoenix (profilo uguale a quello utilizzato nel tram odierno) per le strade lastricate del centro cittadino e con rotaie tipo Vignole (profilo ferroviario) per le strade periferiche che erano pavimentate in terra battuta (macadam).