La proposta di legge presentata il 10 giugno 2013 dall’On. Maria Iacono sul tema delle ferrovie turistiche è in questo periodo all’esame della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati. Con la sua iniziativa l’On. Iacono ha portato alla ribalta il tema delle linee ferroviarie dismesse e del loro riutilizzo per la costituzione di una rete di ferrovie turistiche, con l’evidente merito di far emergere un aspetto riguardante il tema delle ferrovie dismesse che rischiava di essere trascurato, visto che l’attenzione verso il patrimonio ferroviario in abbandono è stato rivolto principalmente alla realizzazione di una rete di mobilità dolce, quindi al riuso per la costruzione di greenways e piste ciclabili.
Ricordiamo che il titolo completo della proposta di legge è “Disposizioni per l’istituzione sul territorio della repubblica di ferrovie turistiche, mediante recupero di tracciati in disuso e prossimi alla dismissione ricadenti in aree di particolare pregio”. Essa comprende quattro articoli, nei quali si chiariscono gli obiettivi della legge, principalmente riguardo alla salvaguardia dei tracciati ferroviari che attraversano territori di particolare interesse sotto il profilo culturale, naturalistico e turistico, ed alla tutela del prezioso patrimonio di edifici e opere d’arte che sono parte integrante delle linee ferroviarie. Nell’articolo 1 si individuano sei linee da trasformare in ferrovie turistiche: si tratta di un primo elenco che serve sostanzialmente a rendere evidenti quali dovranno essere le caratteristiche generali delle ferrovie turistiche. Inoltre vi sono le prime indicazioni relativamente agli aspetti della gestione sulle quali si potranno sviluppare i necessari approfondimenti.
In effetti, dal momento della presentazione della proposta di legge importanti novità hanno modificato il panorama ferroviario italiano, per l’aspetto riguardante sia le linee ferroviarie da mantenere in esercizio per destinarle ad un utilizzo esclusivamente o, comunque, principalmente turistico, sia la circolazione di treni effettuati con rotabili storici, anche sulle linee in esercizio commerciale ordinario.
La nascita di Fondazione FS Italiane è certamente la novità principale, tanto più che oltre alla valorizzazione del patrimonio storico (di rotabili, archivistico, museale, ecc.) del Gruppo Ferrovie dello Stato, questa nuova importante realtà nazionale ha già iniziato una specifica azione volta proprio alla individuazione ed alla utilizzazione di linee ferroviarie, di scarso o nullo interesse commerciale, a scopo turistico. Conosciamo ormai molto bene le numerose iniziative sui “Binari senza Tempo” che Fondazione FS, anche avvalendosi della collaborazione delle Associazioni con essa convenzionate, ha avviato e consolidato su tutto il territorio nazionale.
La Federazione Italiana delle Ferrovie Turistiche e Museali (F.I.F.T.M.), come abbiamo segnalato con un precedente articolo (clicca qui per leggerlo) è impegnata nel gruppo di lavoro costituito presso il Ministero delle Infrastrutture - Dipartimento per i trasporti per ridefinire, per i treni storici, la normativa riguardante la sicurezza in modo che essi possano percorrere tutte le linee ferroviarie italiane, sia quelle aperte all’esercizio ordinario sia quelle dedicate, senza subire penalizzazioni, in termini di circolabilità, tali da renderne di fatto inattuabile l’utilizzo, in quanto non economicamente sostenibile.
Occorre evidenziare che l’ambito ferroviario oggetto dei lavori comprende, oltre alla infrastruttura nazionale gestita da RFI, il mondo molto articolato delle ferrovie ex concesse, ora di competenza regionale. Inoltre si prefigura anche la nascita di un nuovo soggetto, presente nel resto d’Europa ma non ancora in Italia: il gestore privato che esercisce una piccola ferrovia di qualche kilometro, totalmente distinta dalla rete ferroviaria nazionale.
Un riferimento tra i più noti è la ferrovia del Vivarais (CFV). Si tratta di una linea ferroviaria turistica a scartamento metrico della regione dell’Ardèche chiusa al traffico ordinario nel 1968 e riaperta per il solo traffico turistico nel 1970.
Le Associazioni di volontari che operano sul territorio per promuovere l’utilizzo del treno a fini turistici, in particolare del treno storico, e la salvaguardia del patrimonio ferroviario, ripongono molta fiducia nella fase attuale, che appare davvero foriera di un futuro ricco di prospettive positive per il mondo della ferrovia turistica. L’impegno delle Associazioni trova così nuovi motivi di entusiasmo.
Allo scopo di aggiornare chi segue le vicende dello “storico ferroviario” e delle ferrovie turistiche in Italia, vi indichiamo i seguenti due link che consentono di visionare tre interessanti audizioni svoltesi presso la Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera proprio in relazione all’iter della PdL dell’On. Iacono.
Nella prima audizione (16 Dicembre 2015 - qui il LINK) l’On. Dario Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, individua il quadro nel quale intende sviluppare il tema delle ferrovie turistiche e le varie possibili utilizzazioni delle linee ferroviarie dismesse, dal treno turistico al “velorail” sino alla “greenway” ed alla pista ciclabile.
La seconda e la terza audizione, del 3 Dicembre 2015, sono entrambe visibili A QUESTO LINK.
Nella seconda audizione intervengono l’Ing. Maurizio Gentile, Amministratore Delegato di Rete Ferroviaria Italiana s.p.a., e l’Ing. Luigi Cantamessa, Direttore di Fondazione FS Italiane.
Interessante, sul tema del riutilizzo delle linee ferroviarie dismesse, è la distinzione proposta dall’Ing. Cantamessa con la individuazione di tre ambiti:
1. linee da mantenere in efficienza per farvi viaggiare i treni storici (meglio: i treni turistici) che richiedono investimenti, l’entità dei quali può essere ridotta sostanzialmente con la creazione di una apposita regolamentazione;
2. linee da mantenere in efficienza per farvi viaggiare il velorail, che richiedono investimenti limitatissimi o addirittura nulli;
3. tracciati ferroviari dismessi lungo i quali si possono realizzare greenways.
I primi due punti sono legati al concetto di “downgrading” di una linea ferroviaria dismessa all’esercizio commerciale, sulla quale sarà possibile intervenire per l’alleggerimento generale della infrastruttura, con la riduzione dei sistemi ordinariamente necessari per la circolazione in funzione della nuova utilizzazione (treni turistici, velorail), senza ovviamente ridurre in alcun modo il livello di sicurezza. Tale possibilità discenderà proprio dall’attività del gruppo di lavoro ministeriale prima indicato, volta alla costituzione di specifiche norme e regolamenti di esercizio delle ferrovie turistiche.
In particolare, appare rilevante che il velorail sia entrato a pieno titolo tra le modalità di riutilizzo delle linee ferroviarie dismesse, dato che questo tipo di utilizzazione turistica garantisce, con costi di gestione sostenibili, la conservazione delle linee.
Il terzo punto, che comprende anche la realizzazione di piste ciclabili, potrà, auspicabilmente, prevedere comunque la conservazione del binario in vista di successivi recuperi di maggiore valenza ferroviaria.
Nell’ultima audizione l’Ing. Amedeo Gargiulo, Direttore dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie (A.N.S.F.) affronta alcuni aspetti relativi alla sicurezza che costituiscono gli elementi sostanziali oggetto del confronto tra le parti che sono impegnate nel gruppo di lavoro ministeriale prima richiamato.
Gli aspetti tecnici affrontati dall’Ing. Gargiulo sono principalmente rivolti ai treni storici che dovranno viaggiare sulle linee della rete nazionale e su linee turistiche dedicate, e sono principalmente quelli sulla sicurezza della circolazione. Tale aspetto ha evidenti e pesanti ricadute nella sostenibilità economica della gestione di una linea ferroviaria utilizzata esclusivamente ad uso turistico. Se è comprensibile la preoccupazione che non si crei per i treni storici un corpo di norme totalmente distinto da quello che regola il traffico ordinario, cosa che potrebbe aprire lo spiraglio a pericolose eccezioni in un quadro normativo come quello italiano che è in campo internazionale ritenuto tra i più affidabili, è pure vero che i rotabili storici non possono essere riguardati adesso in alcuni casi come se fossero dei corpi estranei al mondo della ferrovia ed in altri come se fossero, dal punto di vista dell’utilizzo, come i rotabili più moderni.
Ad esempio, lo spazio di frenata necessario per arrestare una locomotiva a vapore è ora lo stesso di 100 anni fa, quando essa fu costruita, dato che queste macchine sono tuttora in perfetta efficienza. Questi spazi non sono paragonabili, ovviamente, a quelli necessari per l’arresto di un Freccia Rossa in piena linea!
Così, una carrozza del parco storico percorre ogni anno pochissimi kilometri e pertanto la periodicità delle operazioni di revisione deve tenere conto della effettiva utilizzazione.
Il 14 gennaio 2016 si è svolta una ulteriore audizione, alla quale è stata chiamata l’On. Anna Donati nella qualità di Presidente Onorario di Co.Mo.Do. (Confederazione Mobilità Dolce). Per vederla cliccare QUI.
Donati ha inizialmente illustrato il nuovo quadro che si è venuto a creare in seguito ad una serie di azioni convergenti, iniziate da tempo (quest’anno la Giornata è arrivata alla nona edizione) e da vari soggetti interessati (associazioni ambientaliste e di appassionati delle ferrovie), che adesso hanno trovato nel Governo una sensibilità in passato poco presente. Appare quindi opportuno procedere definendo intanto un coordinamento tra i ministeri competenti (Infrastrutture, Beni Culturali, Ambiente) designando anche un ministero “Capofila”.
Anche per quanto riguarda le proposte di legge che attualmente sono state presentate su argomenti analoghi (uno sulla mobilità dolce ed uno sulla mobilità ciclistica, oltre quello per le ferrovie turistiche) è necessario che non vi siano sovrapposizioni che potrebbero portare ad una non attuabilità delle nuove, auspicabili, norme.
Per quanto riguarda lo sviluppo della PdL dell’On. Iacono, si tratterà, a parere di Donati, di sviluppare ciò che nel testo proposto appare abbozzato. Ad esempio, occorre riconoscere il ruolo delle associazioni e definire il nuovo soggetto “operatore privato” per la gestione delle ferrovie turistiche, distinguendolo dalle imprese ferroviarie citate nella PdL, che hanno caratteristiche troppo onerose ed impegnative, tali da escludere che la gestione possa essere economicamente sostenibile per una piccola realtà, come è una associazione locale. Per questi nuovi soggetti si potranno individuare, o creare, tratte ferroviarie non raccordate alla rete ferroviaria nazionale. Viene quindi richiamato il lavoro che si sta sviluppando, in collaborazione tra Co.Mo.Do. e la Federazione delle Ferrovie Turistiche e Museali, per ottenere che A.N.S.F. approvi un regolamento specifico per l’esercizio su linee turistiche. Infine, Donati ha auspicato che in Italia si crei una integrazione completa tra tutte le formule di mobilità alternativa di cui si sta parlando, con una rete fatta di piste ciclabili, greenways, cammini storici, ciclovie ,ferrovie turistiche, il tutto integrato con il trasporto pubblico.
Il 21 gennaio 2016 la Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati si è riunita per la audizione del Prof. Alberto Sgarbi, Presidente della Federazione Italiana delle Ferrovie Turistiche e Museali. E' possibile prendere visione dell'interessante intervento cliccando QUI.
Sgarbi ha sottolineato la necessità che il quadro normativo apra un nuovo futuro nel quale possano operare soggetti diversi dalle imprese ferroviarie. Sgarbi ha evidenziato come nel resto d’Europa ciò avvenga da decenni, come le ferrovie turistiche rivestano un ruolo notevole in termini di economia creata e che le associazioni di volontari rivestono un ruolo essenziale, riconosciuto dalle norme, fondamentale per l’abbattmento dei costi di gestione. Il Presidente di F.I.F.T.M. ha evidenziato che, invece, nella PdL non viene fatto alcun cenno al ruolo delle associazioni. Occorre infatti tenere conto che le ferrovie turistiche dovranno potere essere gestite senza contributi e quindi diventa ineludibile una regolamentazione mirata, senza ovviamente che vengano meno i criteri di sicurezza. Per questa nuova regolamentazione F.I.F.T.M. ritiene utile che ci si riferisca al regolamento vigente in Francia, che è stato già tradotto per questo scopo, e che comunque le associazioni, con le loro esperienze e specificità andrebbero coinvolte nella redazione del regolamento.
Nella stessa audizione ha preso la parola Claudio De Maria, Presidente del Museo Ferroviario Piemontese, che ha illustrato le difficoltà operative di una realtà che esiste dal 1978 e che ha organizzato viaggi su convogli storici sino al 2011 ma che subisce le conseguenze delle chiusure di linee avvenute in Piemonte nel 2012 e della impossibilità di fare circolare alcuni mezzi restaurati, proprio per problemi normativi. Il MFP ha redatto il progetto di trasformazione in linea turistica della Ceva Ormea e si aspetta che con una nuova normativa che consenta la circolazione in termini “semplificati” questo progetto possa decollare, come merita.
Vi invitiamo a visionare le audizioni in quanto dagli interventi è possibile ricavare numerosi significativi elementi di riflessione sull’importante tema della costituzione di ferrovie turistiche in Italia.