Le RALn 60 furono costruite tra il 1949 e il 1950 in 25 esemplari espressamente per la rete complementare siciliana e presentarono alcune caratteristiche innovative per l’epoca, come il motore disposto sotto la cassa ed i radiatori dell’acqua di raffreddamento del propulsore situati nelle carenature ai fianchi del veicolo. Inoltre esse furono le prime ad avere un cambio meccanico sincronizzato sempre in presa.  Queste innovazioni, sperimentate appunto sui mezzi siciliani, furono alla base dello sviluppo di tutte le automotrici moderne che ancora oggi sono in servizio e dunque le RALn 60 rappresentano uno storico punto di svolta della tecnologia ferroviaria italiana.  Nel progetto si tenne inoltre conto della presenza, sulla rete siciliana, di tratte a cremagliera e furono pertanto previsti due tipi di automotrice: il primo, con un solo motore, era destinato a linee con pendenza massima del 35 per mille mentre il secondo tipo aveva due motori e carrelli a completa aderenza, per assicurare la capacità di superare pendenze del 75 per mille o di trainare un rimorchio su pendenza del 35 per mille.

Nello stabilimento della Fiat Materfer di Torino furono costruiti 15 esemplari bimotori (numerati da 01 a 15)  e 10 monomotori (da 16 a 25), oltre a 5 rimorchi RLn 68. Tra il 1960 e il 1961 uno dei comparti viaggiatori di questi cinque veicoli fu trasformato in bagagliaio per il trasporto del collettame creando due saracinesche, una per lato, e furono riclassificati come RLn 32.
Le RALn 60 erano state ordinate in realtà come RALn 64 (le cifre indicano il numero di posti disponibili per i passeggeri), ma al momento di costruirle si decise di riservare mezzo modulo per il compartimento postale, con la conseguente riduzione di quattro posti. Curiosamente, la messa a punto ed il collaudo furono effettuati sulla rete a scartamento ridotto delle Ferrovie Elettriche Biellesi, utilizzando un’automotrice ed un rimorchio. Trasportate su carri pianale Poz al porto di Savona, raggiunsero Palermo dove alcune rimasero per prendere servizio sulla linea per Corleone.  Le altre furono trasportate a Castelvetrano e Dittaino, sempre sui carri speciali.

Il motore installato su questi mezzi è il Fiat 700, a ciclo Diesel ad iniezione diretta a sei cilindri orizzontali, con una cilindrata di 20.150 centimetri cubi ed una potenza di 185 CV a 1.550 giri/minuto; la frizione è meccanica bidisco ed il cambio è a 5 marce sincronizzate con comando elettropneumatico. Il motore è raffreddato ad acqua, con un radiatore disposto sotto il pavimento nelle carenature laterali, comandato direttamente dal motore mediante un asse collegato all’albero motore. Il riscaldamento invernale è assicurato dall’acqua calda di raffreddamento del motore, che passa in tubi alettati posti nell’angolo tra pavimento e fiancata.
La cassa è costituita da una struttura di acciaio i cui elementi sono ricavati da lamiera opportunamente piegata e saldata; il rivestimento esterno è di lamiera d’acciaio ad eccezione del tetto che è di lamiera d’alluminio; il rivestimento interno è di materiale sintetico. Le porte d’accesso sono quattro, apribili verso l’esterno con comando diretto a mano e dotate di dispositivo di sicurezza per la chiusura.
I carrelli sono sospesi sulle boccole con doppia molla ad elica e sulla trave oscillante con molle a balestra longitudinali. I freni sono di due tipi: continuo ed automatico tipo Breda e diretto autoregolatore accoppiabile tipo Westinghouse. Vi era inoltre un freno motore, costituito da un otturatore sulla condotta di scarico, ed un freno a mano, azionabile da ciascuna cabina di guida.
Questi mezzi furono colorati, analogamente alle altre automotrici FS fino alla seconda metà degli anni ’50, in livrea bicolore castano e isabella con fascia rosso segnale nella parte inferiore dei frontali, con tetto in colore alluminio.
Le RALn 60 consentirono una sensibile riduzione dei tempi di percorrenza ed un netto miglioramento del confort dei viaggiatori: la velocità massima consentita dalle linee, ma solo in alcuni tratti, era di 50 km/h. I treni da esse effettuati erano tutti di categoria “accelerato” e dal 1967 “locale”: non effettuarono mai treni diretti o di categoria superiore.


Bibliografia:

A. Costantini, Automotrici Ferroviarie con motore a combustione interna;

N. Molino, La rete FS a scartamento ridotto della Sicilia;