In questo articolo si cercherà di fare un punto della situazione, commentato, sul progetto Tram a Palermo, all'indomani della votazione in Consiglio Comunale che ha visto lo stralcio della linea "A" (via Roma-via Libertà) dal Piano Triennale delle Opere Pubbliche. Una votazione anticipata da un lungo e poco esaltante dibattito in aula, durato giorni, e che ha visto anche funzionari degli uffici pubblici invitati ad esporre lo stato del progetto e i possibili scenari (tutti negativi) in caso si fosse cassata anche solo parte del progetto Tram, così come poi avvenuto.
La cosa che ha più colpito nel corso del dibattito è stata, da parte di alcuni consiglieri che sono intervenuti, la minimizzazione delle conseguenze circa l'impatto che lo stralcio della linea A avrà a fronte di chiare indicazioni dei tecnici invitati a fornire informazioni, messe nero su bianco come nel caso della relazione a firma del Dott. S. Maneri, Capo Area della Pianificazione Urbanistica, e ribadite verbalmente anche dal R.U.P. del progetto Tram, ing. M. Ciralli. A questo scopo giova riportare il passaggio della relazione firmata dal dott. Maneri ed emessa il 28/09/2021:
"La linea A, con i suoi 26 milioni di passeggeri annui trasportati inoltre rappresenta una delle principali linee portanti dell'intero Sistema Tramviario, ed è inserita nell'analisi trasportistica acquisita dal M.I.T. e prevista nell'Addendum - Avviso n.2 per la presentazione di istanze, per l'accesso alle risorse destinate al Trasporto Rapido di Massa ed Impianti Fissi" al punto " Analisi della Mobilità Urbana - Tabelle di Sintesi". L'eliminazione della detta linea "A" comporterebbe l'azzeramento dei risultati ottenuti con l'analisi trasportistica che ha condotto all'ottenimento del finanziamento Ministeriale di oltre 480 mln di euro, giusto decreto n. 44 del 03.02.2021, con la conseguente revoca del finanziamento stesso concesso per la realizzazione ulteriore delle altre tratte tranviarie, dalla E alla G".
E' possibile leggere un approfondimento sui vari rischi alla base della valutazione di cui sopra, insieme al testo integrale della relazione firmata dal dott. Maneri, nell'articolo di Mobilita Palermo: "DRAMMA TRAM: bloccata linea Libertà, a rischio l’intera espansione".
Lo scenario dipinto dalla relazione è lapidario e, per gli addetti ai lavori, facilmente prevedibile; del resto la linea "A" (Stazione centrale-Stadio) rappresenta il nodo fondamentale per tutto il sistema. Senza questa tratta, di fatto, l’intera rete tramviaria di Palermo non è sostenibile dal punto di vista economico, ecologico e trasportistico. Diverrebbe definitiva la attuale soluzione di continuità tra linee periferiche e il centro cittadino che invece doveva essere superata con l’estensione del sistema tram secondo le previsioni originarie, resterebbero definitivamente esclusi dai collegamenti tranviari col centro città i quartieri di Bonagia, Sferracavallo, Mondello, Villaggio Santa Rosalia, Zen, Cep, la cittadella universitaria, il Policlinico, l’Ospedale Civico e la parte a monte della Circonvallazione. Insomma, significherebbe togliere la spina dorsale dell'intero progetto, con buona pace di tutti gli studi prodotti e che hanno portato alla copertura finanziaria attuale e ai pareri favorevoli dei vari enti.
Una ovvietà si direbbe, ma che evidentemente non è stata recepita dalla maggioranza del Consiglio Comunale. Si è discusso (cavillato?) molto sulle reali responsabilità per cui il progetto tram oggi è in bilico. Uno dei temi più invocati da chi ha votato per lo stralcio della linea A è stato infatti il ritardo generale accumulatosi durante lo sviluppo dell'iter, per cui l'opera non è ancora cantierabile. Una polemica spesso accompagnata da dichiarazioni su non meglio precisate bocciature del progetto da parte di enti terzi (è chiaro vi sia molta confusione tra richieste di documentazione integrativa e uso delle prescrizioni, normali strumenti di verifica e affinamento di un'opera usati durante un iter di validazione, e la bocciatura di un progetto). In generale, i ritardi imputati alla attuale Amministrazione Comunale o le carenze dello studio di progettazione, veri o presunti che siano, come elemento giustificativo dello stralcio della linea "A" rappresentano una posizione quanto mai bizzarra visto che, nella migliore delle ipotesi, con la eliminazione della tratta A, il tempo perso, piuttosto che diminuire, si accumula, forse in modo irreparabile. Giova riprendere l'ultimo capoverso della relazione dell'Area della Pianificazione Urbanistica:
"Nell'ipotesi in cui il Consiglio Comunale decidesse di stralciare la linea "A", l'Amministrazione non sarebbe in grado di rispettare il termine del 31.12.2020 per il perfezionamento dell'obbligazione giuridicamente vincolante, e perderebbe in tal modo tutti i finanziamenti stanziati per oltre 700 milioni di euro, oltre alla restituzione dell'anticipazione erogata di 19 milioni di euro"
La decisione di stralciare la linea "A", supportata dalla maggioranza dei Consiglieri (alcuni dei quali hanno evidentemente cambiato parere dopo avere mandato avanti il progetto tram nella sua interezza, negli anni precedenti) porta dunque con se il grave rischio della perdita totale dei finanziamenti. Ovvero lo stop all'intero progetto, una sciagura per una città già indietro di decenni nello sviluppo di un sistema di trasporto pubblico moderno, confortevole, ecologico ed efficiente. Deve essere chiarito definitivamente che in atto non esiste un’alternativa di trasporto pubblico che possa essere realizzata coi costi e tempi paragonabili all’ampliamento previsto per Palermo della rete tranviaria, non esiste un altro progetto pronto, autorizzato e con relativa copertura finanziaria. Ancora: non esiste alcuna possibilità che i finanziamenti assegnati al sistema tram di Palermo possano essere dirottati su altre tipologie di opere: saranno riassegnati sulla base della graduatoria ad altre città che ne hanno fatto richiesta per le loro reti tranviarie… e che ringrazieranno!
Come è noto, tra le misure adottate con il PNRR sono stati assegnati 4,3 miliardi di euro per il Trasporto Pubblico Locale. Sono state molte le città a richiedere finanziamenti e una volta tanto la parte del leone la ha fatta proprio la Sicilia, con i 504,4 milioni assegnati a Palermo (481 milioni per l’estensione del sistema e 23 milioni per la fornitura nuovi convogli) e i 317 milioni a Catania, per la Ferrovia Circumetnea. Complessivamente quasi il 20% del totale! A qualcuno evidentemente deve essere sembrato eccessivo, meglio rinunciare e continuare a prendersela con il Governo ladro...
Senza girarci attorno, se si rinuncia alla costruzione delle tranvie, si riparte da zero. Sicilia in Treno ha avuto modo di esprimere la propria visione di questo scenario in un precedente articolo ( A rischio il potenziamento del sistema tram di Palermo: inaccettabile! ); purtroppo oggi si è a valle di una votazione che, per quanto legittima, ci appare insensata nella logica e autolesionista nelle conseguenze.
Questo tracollo della situazione ha portato, forse inaspettatamente, a una reazione forte dell'opinione pubblica. Al di la infatti delle dichiarazioni di rito di esponenti politici storicamente a favore del progetto Tram, va registrata soprattutto la reazione indignata e del tutto spontanea di tanti cittadini che si è presto tradotta in una simbolica petizione on line a favore della linea "A", per attestare la disapprovazione verso questo gesto legittimo ma oggettivamente incosciente partorito da Sala delle Lapidi. Un modo per far sentire la propria voce contro l’ennesimo, potenziale sperpero di denaro pubblico e la compromissione definitiva di un progetto vicino a vedere il suo totale compimento. Nelle prime ore sono state raccolte centinaia di adesioni volte a chiedere qualsiasi possibile misura atta a rivedere la decisione del Consiglio Comunale e ripristinare la completezza del tracciato che lo stesso Ministero dei Trasporti aveva autorizzato. Ad oggi, la petizione conta più di 4300 firme, il quadruplo delle adesioni avute da una analoga petizione contro la tramvia su via Libertà, lanciata sulla stessa piattaforma, mesi prima.
Grazie a questo primo, spontaneo moto popolare, in sostanza si è scoperto (contrariamente a quanto proposto da una certa narrazione mediatica degli ultimi tempi) che c'è una fascia ampia di cittadini che il tram nel cuore della città lo vuole eccome, e non è disposta a rinunciare a un moderno e confortevole sistema di trasporto di massa, specie se a un passo dal traguardo dei cantieri. In realtà ciò non dovrebbe sorprendere più di tanto: le ultime due amministrazioni, legittimamente votate dalla cittadinanza, si sono presentate alle elezioni proponendo il progetto tram per come lo si conosce. Bislacche, da questo punto di vista, tra la valanga di post e commenti pubblicati sul tema tram nei social, le richieste di effettuare un referendum sulla infrastruttura. Al di la delle ovvie considerazioni sulle tempistiche (c'è un tempo "per decidere", dopo di esso deve venire il tempo "per fare", se si rimette sempre tutto in discussione, non si realizzerà mai nulla), va sottolineato come il voto amministrativo stesso sia la conferma e garanzia democratica (da quasi un decennio) del rispetto della volontà popolare.
La reale dimensione "emergenziale" del problema venutosi a creare con il voto di Sala delle Lapidi si è andata delineando in poco tempo, con una presa d'atto piuttosto incredula da parte anche della politica locale in toto. Rimandando a un articolo di Mobilita Palermo sulle reazioni della Giunta (Linea A Tram: reazioni e colpi di scena all’orizzonte), va sottolineato ad esempio come alcuni parlamentari abbiano depositato un’interpellanza al Presidente del Consiglio Mario Draghi e al Ministro dei Trasporti Enrico Giovannini per richiedere un intervento tempestivo a salvaguardia dell’imponente finanziamento rivolto al tram del capoluogo siciliano, suggerendo la nomina di un commissario ad hoc che assuma poteri sostitutivi. Interessanti anche le reazioni del campo politico storicamente più avverso alla linea "A": in un articolo cartaceo pubblicato ad inizio dicembre, l'Europarlamentare di FdI, Giuseppe Milazzo, dichiara apertamente che lo stop al tram ha danneggiato Palermo, invitando i colleghi di coalizione che siedono a Sala delle Lapidi a un ripensamento sulla posizione espressa col voto di novembre, per tentare di recuperare l'opera quanto prima. Una presa di posizione che fa capire, al di la delle idee originarie di ognuno, che il progetto Tram, arrivato a un passo dalla gara di appalto e con una copertura finanziaria completa di 700 milioni di euro, non può più essere trattato come mero argomento elettorale, come fosse una scelta ancora tutta da valutare, ma va ormai gestito come un dato di fatto, come un opera (e un investimento) da portare a termine nel più breve tempo e nel migliore dei modi (le prescrizioni servono a questo).
Certo i giochi sono tutt'altro che chiusi. La attuale Giunta ha fatto la prima mossa: l’Esecutivo cittadino ha infatti approvato la settimana scorsa il Piano triennale delle opere pubbliche 2021/2023 e nell’elenco annuale 2021 è stata reinserita, insieme alle linee B e C, il tracciato che dovrebbe passare anche da via Roma e da via Libertà, ovvero la linea A. Al capo area della Pianificazione urbanistica è stato chiesto “di non sospendere le attività correlate alla progettualità del sistema tram per le quali è già sussistente un impegno di spesa, al fine di non produrre eventuali danni all’Ente, e valutare, anche con il segretario generale, atteso ‘il concretissimo rischio di revoca dei finanziamenti da parte degli enti finanziatori’, di attivare tutte le iniziative volte alla tutela dell’interesse erariale dell’Amministrazione comunale”. Dopo i trenta giorni di pubblicazione dell'atto, il Consiglio comunale potrà portarlo in votazione. La questione quindi passerà (a breve?) nuovamente a Sala delle Lapidi. con tutti i dubbi del caso visto quanto accaduto nel corso del 2021, dal continuo rinvio della discussione alla votazione finale con lo stralcio della linea A.
Certamente, è sempre mancata una corretta informazione e comunicazione da parte dei soggetti istituzionali. Dagli interventi sui social infatti, si registra come tanti utenti critici nei confronti delle nuove tranvie sconoscano molti dettagli del progetto Tram, rifacendosi alle linee già in esercizio che costituiscono (a volte a ragione) motivo di critica. un elemento su tutti, le (odiatissime) transenne. Si segnala, proprio a scopo divulgativo, l'incontro organizzato ieri on line da Mobilita con il R.U.P. del progetto tram, ing. M. Ciralli (QUI IL VIDEO INTEGRALE) il quale ha potuto fornire svariate informazioni, dai rischi di stop che oggi il progetto corre alle caratteristiche che le nuove tranvie, progettate con un criterio diverso rispetto alle linee esistenti, avranno. A partire da come si presenteranno i binari nelle zone centrali, ovvero a raso, SENZA barriere, così come nelle altre città europee (molti scatti, decisamente pertinenti, sono stati proposti in queste settimane sui social per mostrare come un tram si integri perfettamente anche all'interno di centri storici e non "distrugga" o "imprigioni" alcunché).
E' stata anche una buona occasione per parlare della MAL, spesso erroneamente considerata come "alternativa" al tram. Una contrapposizione purtroppo ideologica che ha portato a decenni di stallo. Il tema ieri è stato invece affrontato in modo molto tecnico (ricordiamo che Ciralli è stato il R.U.P. anche del progetto preliminare della MAL). Sottolineando come, di fatto, si parli di vettori studiati per esigenze diverse, se non altro per il diverso ordine di grandezza di passeggeri trasportabili in un ora, si sono affrontate, in una comparazione, forzata a detta dello stesso Ciralli, i costi, lo sviluppo complessivo dei tracciati e la relativa copertura cittadina, la capillarità delle fermate, etc. Interessanti le spiegazioni sul perché finora non sia stato possibile ottenere finanziamenti sulla MAL.
Sarà decisivo nei prossimi giorni mantenere viva la attenzione su questo tema, occorrerà fare massa critica per sottolineare cosa rischia di perdere Palermo. Sicilia in Treno trova inaccettabile un tale scenario.