Con questo confronto fotografico, già presentato giorni fa sul nostro gruppo Facebook, vogliamo inaugurare un nuovo percorso che speriamo porti a una serie di riflessioni sul potenziale inespresso della “nostra” ferrovia Castelvetrano-Selinunte. Siamo infatti convinti che spesso un’immagine valga più di mille parole e siccome, mettendo il naso appena fuori dalla porta di casa-Italia gli esempi certo non mancano, usando tale artificio speriamo di veicolare un messaggio forte e diretto verso tutti coloro che, magari sconoscendo la realtà europea e internazionale in fatto di turismo ferroviario, potranno osservare i resti della ridotta sicula più conosciuta col nostro punto di vista, ovvero non come semplici testimonianze (in rovina) di un passato pur glorioso. Va cioè svelato ai più, ai "non addetti ai lavori", il reale valore turistico e di sviluppo del territorio (quello culturale è già assodato per fortuna) che i mezzi e le infrastrutture superstiti dello scartamento ridotto siciliano, miracolosamente giunti fino a noi nonostante decenni di incuria e abbandono, hanno. Un “tesoro” che andrebbe accudito, restaurato e riportato a nuova vita, (all’estero si sarebbe fatto da tempo) e che invece giace dimenticato e inutilizzato, preda del degrado e dell'oblio.
Ed allora, largo alla prima analisi che vi suggeriamo: un carro pianale NON è solo un veicolo merci del secolo scorso. Guardate cosa succede sulle Ferrovie Retiche (RhB), a Scuol, in occasione di un treno storico, tra le decine che transitano sulla immensa rete a scartamento ridotto Svizzera. Osservate la moltitudine di persone (appassionati o semplici turisti) che affollano i “pianali”, visitatori provenienti da tutta Europa sistematisi su questi carri con l'intento di fare un giro su una suggestiva ferrovia o soltanto per fotografare un rotabile particolare. Ed ora pensate al “nostro” pianale (nelle prossime settimane pubblicheremo un'articolo su questa tipologia di carri, così come per tutti gli altri mezzi superstiti e vincolati), immaginatelo transitare sul limitare del Parco Archeologico di Selinunte, vista Templi, o sferragliare tra gli uliveti che guarniscono le sponde del fiume Modione o ancora attraverso la Riserva Orientata della Foce del Belice, irradiato dal caldo sole della Sicilia e immerso nei colori della nostra terra. Quanta gente vi immaginereste a bordo? Vi sia d’aiuto in questa facile analisi il fatto che recentemente un gruppo di quasi 40 appassionati tedeschi dell'associazione D.G.E.G. si è recata a Castelvetrano soltanto per ammirare i resti dello scartamento ridotto siciliano nello stato attuale in cui si trovano infrastrutture e mezzi. Loro si che, da migliaia di km di distanza, conoscono l’esatto valore di quel che abbiamo sotto il naso.
Meditate, gente, meditate…