In questo pezzo cerchiamo di fare un paragone su uno dei punti basilari in un ottica di ricostruzione della linea Castelvetrano-Selinunte; focalizziamo l'attenzione su alcune delle più significative criticità che andrebbero affrontate in caso di riapertura della ferrovia a causa delle mutate condizioni urbanistiche a contorno. In particolare, in questo articolo, diamo uno sguardo alle interferenze con la viabilità in due punti profondamente cambiati dalla cessazione del servizio ferroviario, cercando un parallelo diretto con una realtà florida, arciconosciuta ed in territorio italiano: la ferrovia del Bernina delle RhB, nel tratto presso il confine nazionale, a Tirano.
Ad attirare spesso l’attenzione quando si parla di difficoltà alla riapertura della nostra ferrovia vi sono i seguenti due punti (cliccate per vederli dal satellite):

Partiamo da via Diaz, in particolare dall’ex P.L. della nostra ferrovia: così come già evidenziato in un nostro precedente articolo, il ripristino ferroviario non è stato fortunatamente pregiudicato, geometricamente parlando, dai lavori di ampliamento e regolarizzazione della carreggiata stradale. Nuovi dubbi crea però l’ipotesi di realizzazione di una rotonda in corrispondenza dell’angolo tra le vie Diaz e San Martino. Ebbene, secondo il nostro parere anche questa nuova infrastruttura, certamente utile per una regolarizzazione del traffico, non pregiudicherebbe all'atto pratico il ripristino ferroviario. Partiamo infatti dal presupposto basilare che, rotonda o no, l’eventuale binario impegnerebbe le due strade interessate per un tratto discretamente ampio ma sarebbe inesatto parlare di sede promiscua. Le geometrie e le traiettorie relegano il tutto ancora ad un semplice attraversamento che, come tale, andrebbe gestito. Parliamo insomma ancora di passaggio a livello (che in questo caso impegnerebbe due vie).
Esistono in Italia situazioni analoghe? La risposta è: si, esistono.
A Tirano, la Ferrovia Retica, in uscita dalla stazione, attraversa nientemeno che la centralissima piazza del Santuario della Madonna nonchè la SS 38, impegnando parzialmente una rotonda e usando, durante il passaggio delle (pesantissime) composizioni, solo opportuni segnali luminosi e sonori per avvertire l’intenso traffico gommato (siamo vicini alla dogana svizzera e in piena zona pre-sciistica) dell’arrivo del treno.
Come potrete vedere dalla foto a corredo (fonte Street View) e soprattutto da Google Maps, la situazione che si presenta a Tirano è decisamente più complessa di ciò che si dovrebbe realizzare a Castelvetrano in un ottica di ripristino ferroviario. A tale aspetto infrastrutturale aggiungiamo poi una considerazione sull’esercizio ipotizzabile per la strada ferrata per Selinunte: se si ragionasse in termini di ferrovia turistica si avrebbe con tutta probabilità una semplificazione normativa sulla gestione degli attraversamenti rispetto alle leggi previste nel caso di linee in esercizio commerciale; una su tutte: la precedenza dei mezzi stradali. E' facile comunque prevedere che il traffico veicolare non verrebbe sconvolto anche nel caso si creasse un vero e proprio passaggio a livello con barriere e segnalamento luminoso, visto il numero esiguo di corse ipotizzabile su una linea turistica.
Ma ritorniamo, via satellite, su Tirano e procediamo verso il confine, seguendo a nord la ferrovia: si noterà come la linea usufruisca per una lunga estesa di un tratto in sede promiscua. Un percorso realizzato a lato della via Elvezia che porta al confine, separato dal traffico automobilistico con sola segnaletica orizzontale. Vi invitiamo anzi a fare un giro a bordo di un carro pianale grazie all’occhio dello “Street View” direttamente montato… su un convoglio RhB (!!): “guardandoci intorno” sarà facile notare tutte le interferenze (compresi gli scarrozzi privati dei box auto!) che caratterizzano questa tratta, una ferrovia che, ricordiamo, vede tutto l'anno un intensissimo traffico passeggeri e merci.
Quella di Tirano è una situazione limite certamente, “ereditata” dal passato dalle vigenti e più restrittive normative attuali ma decisamente più complessa di ciò che si dovrebbe realizzare a Selinunte qualora la ferrovia fosse riattivata; nel tratto compreso infatti tra le vie Pitagora e Pindaro bisogna considerare varianti (soprattutto altimetriche) per venire incontro al mutato contesto urbanistico, che vede oggi le due strade non più divise dalla trincea o dal rilevato ferroviario. Una zona densa di abitazioni nella quale è necessario  prevedere la riproposizione della ferrovia con un piano del ferro allineato al manto stradale ed opportuni varchi e passaggi pedonali e carrozzabili. Indipendentemente da questo però, qualsiasi variante altimetrica o planimetrica si ipotizzi, qualsiasi esercizio si preveda, le criticità derivanti dalle interferenze e dal contorno urbano saranno di livello decisamente inferiore a quelle riscontrabili sulla tratta RhB suggerita per il paragone.
Ciò fa comprendere come in effetti tante situazioni che appaiono compromesse sul piano tecnico in effetti non lo siano. E mentre ci permettiamo il lusso di sognare (... e di lavorare per vedere un giorno) una telecamera dello Street View montata su uno dei nostri Pozv che corre verso la Riserva Orientata del Belice, vi lasciamo con la nostra frase di rito:
Medidate gente, Meditate…