Continuiamo con la "presentazione" dei mezzi legati allo scartamento ridotto siciliano. Ricordiamo a tutti che questo database, lungi dal voler essere un mero elenco di veicoli ferroviari delle ridotte sicule, è stilato in base a ciò che ancora oggi esiste. Rotabili presenti e vincolati a Castelvetrano che un domani potrebbero costituire parte di un parco rotabili storico di una linea turistica.


Il carro di servizio Prz 696.207, sebbene non sia a scartamento ridotto, è comunque oggetto del nostro interesse in quanto intrinsecamente legato alla rete complementare sicula perché realizzato specificatamente per essa: il rotabile in questione è infatti un carro culla per il trasporto di locomotive a vapore a scartamento ridotto (anno di costruzione 1920) e costituisce, insieme ai corrispondenti carri a scartamento ridotto per il trasporto dei carri a scartamento ordinario, la testimonianza della effettiva complementarietà della rete siciliana a scartamento ridotto rispetto alla rete nazionale. Sui binari isolani a 950mm ne erano presenti due, uno assegnato a Castelvetrano ed uno a Porto Empedocle. Il carro Prz 696.207 (il cui valore tecnico-storico è attestato anche da un filmato, con immagini davvero uniche, realizzato nel 1924 dall’Istituto Luce e che mostra appunto il caricamento di una locomotiva a vapore a scartamento ridotto sul carro oggetto di queste righe) è attualmente presente a Castelvetrano ed è l’unico veicolo superstite di questa tipologia. Anche questo veicolo è stato vincolato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani.

Il carrello per la manutenzione delle linee a scartamento ridotto della Sicilia FS 267 faceva parte di un corposo lotto di veicoli di servizio utilizzati appunto per la manutenzione ordinaria (manuale) dell’armamento; non siamo riusciti a risalire con precisione al numero di mezzi prodotti, ma riteniamo ne siano stati costruiti circa un migliaio se si considera che quasi ogni casello (e anche alcune stazioni) ne erano dotati, corredo standard affiancato sempre da draisine a pedali. La loro costruzione dovrebbe comunque risalire agli anni ’10. Questi simpatici veicoli di servizio presentavano un telaio in ferro con pianale in legno, erano dotati su una testata di organi di accoppiamento ferroviari (respingente e gancio), in modo da poter essere trainati sulle rampe in salita agganciandoli alla coda dei convogli, e presentavano in dotazione un rudimentale freno a mano che agiva sulle sale grazie a dei ceppi in legno. Le dimensioni erano decisamente contenute: 2,75 m di lunghezza per 1,75 di larghezza: lo schema di coloritura vedeva, classicamente, il telaio di colore giallo.

Così come nella rete nazionale a scartamento normale anche sulle ferrovie a scartamento ridotto vi era necessità di mezzi per il soccorso e il recupero di rotabili sviati o incidentati; i deragliamenti avvenivano soprattutto a causa di piccoli smottamenti del rilevato ferroviario o per la non accurata manutenzione del binario anche se fortunatamente non si sono mai registrati incidenti gravi. Per il recupero dei rotabili sviati vennero realizzati quattro appositi carri gru classificati GRU 80.100, probabilmente costruiti nella prima metà degli anni ’10 del novecento; questi curiosi e arcaici mezzi di soccorso potevano sollevare fino a 4 tonnellate di peso dislocato, che aumentava a 5 ton. se si ricorreva all’uso di puntoni. Durante i sollevamenti il carro veniva immobilizzato tramite zeppe e tenaglie. Grazie agli ingranaggi costituenti la poderosa demoltiplica e servendosi dei puntoni una singola persona era in grado di sollevare, da sola, più di una tonnellata! Il carro GRU era messo in composizione ad altri veicoli che costituivano di fatto un convoglio di servizio: vi erano infatti uno/due carri chiusi Gv utilizzati per il trasporto del corredo di attrezzi della gru, un pianale con funzione di carro-scudo per assicurare il braccio della gru durante il viaggio e, qualora l’eventuale incidente avesse compromesso l’armamento o nel caso in cui si fosse dovuto risollevare un rotabile, veniva anche agganciato un carro carico di traversine e piastre.

A proposito della storia dei gruppi di locomotive a scartamento ridotto R.301 ed R.302 e in particolare del destino finale incontrato da questi caratteristici mezzi di trazione, pubblichiamo con grande interesse alcune informazioni ricevute da Antonio Fontanelli, appassionato delle ferrovie che collabora con Tutto Treno dove sono stati pubblicati suoi articoli riguardanti reti ferroviarie di vari paesi del mondo (Eritrea, Ungheria, Birmania, Pakistan, Nepal, Vietnam). Ringraziamo Fontanelli per avere voluto dare il suo originale contributo.

In relazione alle informazioni riguardanti la storia del gruppo R.301 (la foto è presa da Wikipedia) contenute nell’articolo sulla R.301 027, che abbiamo già modificato in seguito ai contributi pervenutici sul gruppo Fb dedicato alle Ferrovie di Selinunte, il socio Paolo Simon ci ha inviato le sue argomentate considerazioni, che pubblichiamo volentieri di seguito.

Ritorno sull’argomento della presunta trasformazione di venti locomotive del gruppo R.301 (a vapore saturo) in locomotive R.302 (a vapore surriscaldato), in quanto ritengo che meriti di essere approfondito prima di dare certa l’una o l’altra tesi. Infatti, i vari autori che hanno scritto in proposito hanno dato su questo aspetto informazioni discordanti.

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In questa categoria troverete informazioni sui mezzi a scartamento ridotto FS. Ricordiamo a tutti che gli articoli qui presenti, lungi dal voler essere un mero elenco di mezzi ferroviari delle ridotte sicule, sono stilati in base a ciò che ancora oggi esiste, sia presso il deposito di Castelvetrano (materiale tutetato dalla SS.BB.CC. di Trapani con apposito vincolo) sia in generale sul territorio nazionale. Sempre in questo spazio verranno date informazioni e news sui singoli mezzi.