Possibili similitudini - Le interferenze con la viabilità
In questo pezzo cerchiamo di fare un paragone su uno dei punti basilari in un ottica di ricostruzione della linea Castelvetrano-Selinunte; focalizziamo l'attenzione su alcune delle più significative criticità che andrebbero affrontate in caso di riapertura della ferrovia a causa delle mutate condizioni urbanistiche a contorno. In particolare, in questo articolo, diamo uno sguardo alle interferenze con la viabilità in due punti profondamente cambiati dalla cessazione del servizio ferroviario, cercando un parallelo diretto con una realtà florida, arciconosciuta ed in territorio italiano: la ferrovia del Bernina delle RhB, nel tratto presso il confine nazionale, a Tirano.
Ad attirare spesso l’attenzione quando si parla di difficoltà alla riapertura della nostra ferrovia vi sono i seguenti due punti (cliccate per vederli dal satellite):
- la via Diaz, a Castelvetrano, recentemente modificata a svantaggio della storica sede ferroviaria.
- la fascia ex ferroviaria compresa tre le vie Pitagora e Pindaro, a Selinunte, in cui rilevato e trincea hanno lasciato posto dal 2006 a un marciapiede.
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Carro culla Prz696.207
Continuiamo con la "presentazione" dei mezzi legati allo scartamento ridotto siciliano. Ricordiamo a tutti che questo database, lungi dal voler essere un mero elenco di veicoli ferroviari delle ridotte sicule, è stilato in base a ciò che ancora oggi esiste. Rotabili presenti e vincolati a Castelvetrano che un domani potrebbero costituire parte di un parco rotabili storico di una linea turistica.
Il carro di servizio Prz 696.207, sebbene non sia a scartamento ridotto, è comunque oggetto del nostro interesse in quanto intrinsecamente legato alla rete complementare sicula perché realizzato specificatamente per essa: il rotabile in questione è infatti un carro culla per il trasporto di locomotive a vapore a scartamento ridotto (anno di costruzione 1920) e costituisce, insieme ai corrispondenti carri a scartamento ridotto per il trasporto dei carri a scartamento ordinario, la testimonianza della effettiva complementarietà della rete siciliana a scartamento ridotto rispetto alla rete nazionale. Sui binari isolani a 950mm ne erano presenti due, uno assegnato a Castelvetrano ed uno a Porto Empedocle. Il carro Prz 696.207 (il cui valore tecnico-storico è attestato anche da un filmato, con immagini davvero uniche, realizzato nel 1924 dall’Istituto Luce e che mostra appunto il caricamento di una locomotiva a vapore a scartamento ridotto sul carro oggetto di queste righe) è attualmente presente a Castelvetrano ed è l’unico veicolo superstite di questa tipologia. Anche questo veicolo è stato vincolato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani.
Porto Empedocle e lo scartamento ridotto oggi
Riportiamo volentieri un articolo scritto da Pietro Fattori che ci aggiorna sullo stato attuale e sulle prospettive dei resti dello scartamento ridotto siculo presso l'impianto di Porto Empedocle, stazione da tempo affidata agli amici di Ferrovie Kaos. Buona lettura!
La stazione di Porto Empedocle C.le è stata fino al dicembre del 1977 capolinea della ferrovia a scartamento ridotto proveniente da Castelvetrano. L'anno precedente, com'è noto, era stata rimossa la "terza rotaia" che assicurava la prosecuzioni dei treni a S.R. verso Agrigento, mentre proprio sul finire del '77 il capolinea venne addirittura arretrato a Realmonte, preannunciando quella che sarebbe stata la chiusura totale del tronco Ribera - Porto Empedocle avvenuta il 22 marzo del 1978.
A Porto Empedocle si tentò di smantellare quasi subito la "cintura" ferroviaria che tagliava in due la città dal porto. Nei primi anni 80 con un autentico "colpo di mano" da parte della amministrazione del tempo fu gettata una colata di asfalto sulla abbandonata sede ferroviaria che venne così cancellata definitivamente, almeno per quanto riguarda il centro cittadino.
Restava in esercizio la sola rete a scartamento ordinario, che arrivava, e arriva ancora oggi, fino alla Stazione di Porto Empedocle Succursale (privata nel frattempo anche del raccordo con il porto). Le FS, sempre negli anni '80, asportarono l'intero fascio binari a scartamento ridotto che si estendeva dallo scambio di ingresso della sezione ridotta, fino alla rimessa locomotive, forse per guadagnare spazio da destinare all'accantonamento di materiale in disuso.
Una Stazione alla Stazione!
La notizia (clicca qui) che è stato definitivamente sancito l’accordo tra l’Amministrazione Comunale di Castelvetrano e l’Arma dei Carabinieri, che prevede che il Fabbricato Viaggiatori di Selinunte ospiti una Stazione dei Carabinieri, ha suscitato unanimi reazioni positive per quanto riguarda il nuovo presidio di sicurezza nella zona turistica di Marinella. Nell’ambito degli appassionati della ferrovia abbiamo anche rilevato, in particolare dal nostro gruppo Facebook, alcune reazioni allarmate, sia per quanto riguarda la conservazione dell’edificio sia relativamente alla possibilità che tale novità possa pregiudicare la realizzazione del progetto di ripristino della ferrovia.
Come si evince dall’articolo collegato, in effetti l'accordo arriva al termine di una lunga interlocuzione, della quale siamo stati opportunamente messi a conoscenza per tempo.
Ci è sembrato quindi opportuno precisare che, sulla base delle informazioni forniteci dall’Ufficio Tecnico Comunale, per quanto riguarda il primo aspetto, sarà certamente mantenuta sia l’integrità strutturale dell’edificio sia la sua attuale configurazione estetica, che già il Comune di Castelvetrano ha sapientemente mantenuto da quando ha acquisito l’immobile. Le necessità conseguenti alla nuova destinazione dei locali comporteranno soltanto interventi di adattamento e ripristini interni.
La seconda questione, del progetto di ripristino ferroviario, potrà eventualmente risentire positivamente della presenza del presidio dei Carabinieri. In ogni caso, ci risulta che l’area ferroviaria prospiciente il fabbricato non sarà oggetto di interventi di alcun tipo legati alla nuova utilizzazione dell’edificio.
Quindi, in questo momento possiamo prendere come benaugurale la circostanza che anche questi presidi dei Carabinieri si chiamano “Stazione” …..
Carri cisterna serie Mv 90.000 - i 4 veicoli superstiti
Continuiamo con la "presentazione" dei mezzi a scartamento ridotto. Ricordiamo a tutti che questo database, lungi dal voler essere un mero elenco di mezzi ferroviari delle ridotte sicule, è stilato in base a ciò che ancora oggi esiste. Facciamo una rapida carrellata sui carri Mv 90.000, con riferimento ai quattro veicoli sopravvissuti, in special modo ai due presenti e vincolati a Castelvetrano, mezzi che un domani potrebbero costituire parte di un parco rotabili storico di una linea turistica.
I carri cisterna per il trasporto di acqua potabili (in origine marcati come Mv 50.000 e successivamente rinumerati Mv 90.000) vennero costruiti nel 1918 in 36 esemplari dalla Carminati&Toselli e dalla Breda. Gli esemplari prodotti dalla prima ditta citata presentavano un serbatoio di forma cilindrica, mentre sui veicoli sfornati dalla Breda tale elemento era prismatico. Dimensioni, ingombri, passo delle sale e pesi distribuiti (a vuoto) sono simili alla media degli altri carri a scartamento ridotto, l’unica sostanziale differenza è rappresentata dalla minor larghezza, una caratteristica facilmente notabile già ad occhio nudo. Lo schema di coloritura vede l’uso del bianco per il serbatoio e garitta e del nero per telaio, sale montate e sottocassa.
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