Con Decreto n° 9 del 2 gennaio 2013 del Dirigente Generale dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana della Regione Siciliana, il ponte in muratura ad arco sito nel territorio del Comune di Castelvetrano in località Marinella, sulla linea ferroviaria Castelvetrano – Porto Empedocle al km 16+297 è stato dichiarato bene di interesse culturale.

I lavori di costruzione della rete ferroviaria complementare a scartamento ridotto avviati dalle Ferrovie dello Stato in Sicilia ebbero inizio qualche anno dopo l’acquisizione della Rete Sicula, avvenuta nel 1906. A quell’epoca era già in esercizio, dal 1886, la prima linea a scartamento ridotto siciliana, la Palermo S. Erasmo – Corleone, prolungata nel 1903 sino a S. Carlo. Essa fu presa in gestione dalle FS soltanto nel 1922.
I primi due tratti della rete complementare ad entrare in esercizio, il 20 giugno 1910, furono quelli con origine dalla stazione di Castelvetrano: uno fino a Partanna (10 km - primo tratto della linea per San Carlo e Burgio) e l’altro fino a Selinunte (13 km - primo tratto della linea per Porto Empedocle). La stazione di Selinunte fu quindi tra le prime ad entrare in esercizio. Essa presenta uno schema classico, che fu replicato in molti altri impianti della rete spesso senza alcuna variazione.

Oggi vi presentiamo uno dei manufatti più interessanti e, forse, più conosciuti della "nostra" amata ferrovia di Selinunte: la casa cantoniera doppia (CCD) tuttora esistente presso il km 15+059,23, che ricade all'interno della Riserva Naturale Orientata della Foce del Fiume Belìce e Dune Limitrofe. Si tratta di una struttura posta a pochissima distanza dal ben più famoso ponte in ferro che scavalca il fiume Belìce e che è stata costruita seguendo lo schema standard FS in uso ai tempi (1910-1914) della realizzazione del tratto della linea Castelvetrano – Porto Empedocle in cui ricade, uno stile che connota la stragrande maggioranza degli edifici minori a servizio di questa linea.

In questo articolo introduciamo un importante aspetto riguardante la circolazione ferroviaria: i segnali annessi ai treni. Nei primi decenni del secolo scorso l’utilizzo del telegrafo (e, più tardi, del telefono) sulle linee secondarie era poco diffuso, l’unico modo dunque per segnalare al personale lungo la linea (ad es. i casellanti) varie situazioni di potenziale pericolo, come la presenza di convogli supplementari rispetto a quelli previsti o l'occupazione del binario, era dotare i treni in transito di tabelle o fanali posti sulla testa o sulla fine convoglio; ad esempio, i treni normalmente in orario presentavano  dei segnali visibili sul rotabile posto in coda che indicavano, con la loro presenza, che il convoglio non si era spezzato in linea e che quindi la tratta era libera.

Iniziamo oggi a parlare del Regolamento d’Esercizio per le ferrovie secondarie a scartamento ridotto della Sicilia, regolamento del 1925. Partiamo ovviamente dall’articolo “1” che norma le prescrizioni sui segnali a mano. Questi fanno parte dei cosiddetti segnali ottici e hanno significati diversi a seconda della loro posizione e del loro colore, che poteva essere verde o rosso: il verde indicava il rallentamento, il rosso l’arresto.
Più in particolare l'art. "1" descrive l'uso dei segnali a mano, i quali venivano adoperati per annunciare quattro diverse situazioni (per ingrandire l’immagine cliccaci sopra): 

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In questa categoria troverete informazioni sui mezzi a scartamento ridotto FS. Ricordiamo a tutti che gli articoli qui presenti, lungi dal voler essere un mero elenco di mezzi ferroviari delle ridotte sicule, sono stilati in base a ciò che ancora oggi esiste, sia presso il deposito di Castelvetrano (materiale tutetato dalla SS.BB.CC. di Trapani con apposito vincolo) sia in generale sul territorio nazionale. Sempre in questo spazio verranno date informazioni e news sui singoli mezzi.